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Storia

Considerando i reperti trovati nell’isola di Pantelleria, si è scoperto che essa non è stata abitata sin dalle origini ma molto probabilmente occupata in un secondo momento, quando l’uomo aveva già acquisito notevoli conoscenze della navigazione. Si crede che l’umanità avesse sviluppato questo metodo di spostamento già in tempi antichi;  è molto probabile dunque datare i primi abitanti dell’isola al periodo neolitico.

I primi abitati dell’isola avevano adibito dei villaggi pressoché basati sull’agricoltura e l’allevamento, considerando i notevoli ritrovamenti archeologici. Non si è a conoscenza di molte caratteristiche di questi popoli neolitici, solamente che, con molta probabilità, fossero arrivati dalla Siria Settentrionale o dall’Anatolia; ciò che invece pare certo è che i gruppi neolitici che ritroviamo a Pantelleria dovevano provenire dalla Sicilia oppure, come molta probabilità dalla vicina Tunisia.

Uno dei popoli più importanti che occuparono l’isola di Pantelleria fu quello dei fenici, grandi navigatori e commercianti dalle coste nord dell’Africa. Puntando sulla posizione strategica di Pantelleria, la usarono come scalo presidiato giorno e notte. Successivamente, dopo l’arrivo dei fenici nel X secolo, è attestato il passaggio di proprietà dell’isola ai romani che la conquistarono nel 254 a.c.. Essa in tal periodo viene riconosciuta come la città stato di Cossyra.

Cossyra Marittima in teoria doveva essere ubicata sull’odierno pendio che parte da Via Roma fino ad arrivare a Corso Uberto I.

In pieno dominio romano, Pantelleria si sviluppava in municipio e vennero oltretutto moltiplicati i traffici commerciali; la popolazione era però ancora fenicia e godeva di diritti civili ma ovviamente non di quelli politici.

Con la caduta dell’impero Pantelleria passò sotto ai bizantini e per 100 anni godette di benessere e pace continuativa. In successione la zona venne colonizzata dagli arabi che ne svilupparono l’agricoltura con l’introduzione del cotone, dell’orzo e degli agrumi: in questo periodo si crearono anche piccole proprietà private.

Il passaggio alla dominazione normanna si ebbe intorno al XII secolo ( la data non è del tutto certa) e successivamente, l’intera zona, venne occupata dagli Angioini;  in questo periodo venne attuata una riforma fiscale che pesò in maniera esosa sui cittadini: questi dovevano versare tutti i tributi al Re di Sicilia ossia Pietro D’Aragona. Per un centinaio di anni dopo il XV secolo l’isola di Pantelleria finì in mano degli spagnoli e successivamente tramite il famoso trattato di Utrecht stipulato nel 1713 l’intera isola venne ceduta alla casata di Savoia e in seguito da quella Austriaca ai Borboni.

Quando i Borboni si appropriarono di Pantelleria le condizioni erano veramente pessime: non esisteva un porto vero e proprio e gli approvvigionamenti di cibo, provenienti dal continente, erano pressoché inesistenti. L’agricoltura era un vera e propria crisi perché tutti i territori fuori dal centro non venivano coltivati poiché i contadini temevano i continui attacchi dei pirati. I Borboni, con un po’ di organizzazione, riuscirono a rimettere in sesto l’isola ma vennero improvvisamente scacciati nel 1848 da una sommossa organizzata dalla mala pantesca.
Nel 1860, anno prima dell’unità d’Italia, un gruppo di liberali si unì al seguito di Garibaldi e alla sua marcia trionfale.

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